“iociandreis”

Appartamento al Balon

Cliente
Privato
Anno
2017
Luogo
Torino
Tipologia
Residenziale
Foto
Barbara Corsico


Borgo Dora – il “Balon” per molti torinesi – fa eccezione. E’ probabilmente l’unico anfratto del centro che resiste, ostinatamente e ostentatamente, all’ossessiva ortogonalità di Torino. Impronta romana che innamorò persino i barocchi: certo via Po … ma bisognava pur collegare il palazzo col ponte. Solo nell’ultimo quarto del secolo XIX si procede a qualche sventramento, si aprono le prime diagonali nel tessuto storico e anche qui sorge qualche piccolo Flatiron. Piccolo ma soprattutto basso, che la dimensione verticale rimarrà quasi esclusivo appannaggio dell’arditezza antonelliana.

Nel cuore di Borgo Dora, l’intersezione del canale dei Molassi con via Andreis crea un altro angolo acuto. Vascello con la prua orientata quasi esattamente a nord con cui una coppia di (imprenditori, artigiani, creativi) decide di salpare.

Imbarcandosi in un cantiere che non sarà una passeggiata.


Non è un progetto facile. L’organizzazione interna è, per così dire, d’altri tempi e la manica singola limita i gradi di libertà. Siamo però all’ultimo piano, le strutture portano “solo” il tetto e quindi un po’ di spazio di manovra riusciamo a crearcelo.
I nomi delle proposte preliminari, “acquisendo”, “doppio pentagono”, “incastro”, “made in Japan”, “passante”, “sposta la porta”, suggeriscono l’articolarsi delle discussioni tra i progettisti, e tra progettisti e committenti. La spunta, per la cronaca, “sposta la porta”, sebbene con qualche modifica rispetto all’ipotesi originaria.

La nuova posizione dell’ingresso consente un’organizzazione più razionale nella quale la zona giorno, un unico ambiente che comprende soggiorno, pranzo e cucina, funge da cerniera e distribuisce le due camere e un bagno.

Tutto sembra andare per il meglio quand’ecco che i due clienti, evidentemente pensatori illuministi, chiedono due bagni non ciechi. Dare almeno una finestra ad ognuno sarebbe un sacrificio troppo gravoso per l’organizzazione complessiva dell’appartamento e così si opta per una membrana un po’ trasparente, un po’ traslucente per conciliare illuminazione ed efficacia distributiva. U-glass, lexan sono proposte recepite con diffidenza (e forse scambiate per medicinali) da chi si confronta ogni giorno con materiali e saperi della tradizione e così, per scarti successivi, approdiamo a una vetrata composta da cristalli rettangolari di dimensioni ridotte con struttura in ferro composta da profili a L e a T. Una soluzione “da carrozzeria”. Lo stesso sistema, con l’impiego di pannelli in legno viene impiegata per il bancone e il mobile della cucina.

 


Prima e dopo l’intervento:

La volontà, ma anche l’esigenza, di mediare tra il carattere originario dello stabile e le nuove esigenze funzionali e forse tra il fascino un po’ arrugginito del quartiere e la creatività dei suoi nuovi abitanti, si riflette nei pavimenti, dove le bellissime cementine esagonali esistenti si fondono col micro-cemento di nuova realizzazione seguendo profili irregolari, determinati un po’ dal cantiere, un po’ dal capriccio.


CREDITI

Progetto: studioata+federico deambrosis
Foto: Barbara Corsico
Illuminazione: creative cables
Testo: Federico Deambrosis